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Corte di Cassazione: legittimo il licenziamento del lavoratore che offende l’azienda sul social network

Corte di Cassazione: legittimo il licenziamento del lavoratore che offende l’azienda sul social network

 

 

Con sentenza 13 ottobre 2021, n. 27939 la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento disciplinare per grave insubordinazione nei confronti di un lavoratore che abbia pubblicato su un social network un post con contenuti gravemente offensivi nei confronti dei vertici aziendali.

 

 

Nel caso di specie, la Suprema corte ha confermato la pronuncia di Appello, in forza della quale l’esigenza di tutela della libertà e segretezza dei messaggi scambiati in una chat privata, in quanto diretti unicamente agli iscritti di un determinato gruppo e non ad una moltitudine indistinta di persone – e pertanto da considerare come la corrispondenza privata, chiusa e inviolabile ex art. 15 Costituzione e art. 2697 c.c. –  non può essere riferita ad un commento offensivo pubblicato su un profilo personale di un social network che è idoneo a determinare la circolazione del messaggio tra un gruppo indeterminato di persone.

 

 

Alla luce di quanto sopra, gli Ermellini hanno ritenuto che la condotta del lavoratore abbia integrato gli estremi della diffamazione e possa costituire, pertanto, giusta causa di recesso, siccome idonea a ledere il vincolo fiduciario nel rapporto lavorativo.

 

 

 

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